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Ho avuto la fortuna poco dopo la laurea (e quando stavo cominciando a lavorare) di frequentare Dino Gavina, il grande designer e industriale dell’arredamento scomparso qualche anno fa. Era capace di coinvolgere nei suoi progetti chiunque avesse a che fare con lui. Insieme con altri amici ci coinvolse nella fondazione di una rivista, Novalis. (FOR ENGLISH SEE BELOW)

La rivista era stampata in un formato grande il doppio di un quotidiano e con una carta  bella spessa cosicché chi la prendeva nei suoi negozi era in qualche modo costretto a farne bella mostra per forza per strada: ogni scelta per Dino era una faccenda coinvolgente. Alla rivista collaborò brevemente anche Vittorio Sgarbi che al tempo era già antipatico e geniale ma per fortuna ancora poco conosciuto. Chi – invece – ha conosciuto Gavina, sa della straordinaria cortesia, eleganza e generosità del personaggio … anche se non è di questo che volevo parlare quanto dei suoi prodotti e della sua impresa.

dino gavinaDino aveva un sogno assolutamente ambizioso: voleva dimostrare che la produzione industriale poteva essere meglio di quella artigianale. L’assunto era molto semplice: i processi industriali garantiscono che la qualità sia progettata per essere diffusa in ogni prodotto; le quantità industriali consentono di diffondere buoni prodotti; i materiali industriali consentono di produrre manufatti con un livello intrinseco di qualità più alto e di realizzare i sogni impossibili dei grandi designer.

Lui lo sosteneva e lo ha fatto producendo in piccole serie oggetti di arredamento disegnati o ispirati da Scarpa, Takahama, Man Ray, Marcel Breuer, molti altri e persino Magritte e inventando addirittura linee di prodotti come Ultramobile ispirata ad una sorta di metafisica degli oggetti o come Paradiso Terrestre, dedicata alla filosofia naturalista di Goethe. Molti degli oggetti prodotti da Dino Gavina sono ormai entrati con discrezione nel nostro immaginario dell’arte abitativa. La sua produzione spaziava dall’arredamento per case private a  quello per uffici, dai mobili alle lampade. La qualità costruttiva era proverbiale; la progettazione una sintesi perfetta della bottega artigiana applicata alla fabbrica. La parte commerciale era dominata dalle sue iniziative culturali e di mecenate: i suoi clienti, fra cui aziende di spicco a livello mondiale, compravano un’idea del bello che condividevano con lui con entusiasmo e un tocco di snobismo gentile, leggero e allegro.

Egli raccontava che si era trasformato in imprenditore per difendere le sue idee estetiche ma che quel ruolo, in tutte le sue implicazioni, pesava non poco per un animo creativo. Può essere che per dare la luce alle cose cui crediamo e renderle forti a sufficienza per navigare il mondo si debba fare una grande fatica e magari andare anche un po’ contro la nostra inclinazione naturale. Ars Longa, Vita Brevis.

immagine: stavolta nessun simbolismo, solo il ritratto della faccia straordinaria di un uomo straordinario, solcata dai tratti della semplicità contadina e della ferrea volontà. Starci insieme per poco tempo era sufficiente a far scaturire nuove idee e irresistibili propositi.

ENGLISH VERSION

I was lucky I could meet years ago Dino Gavina, the great industrial designer, before he died. He was the kind of fascinating personality you could not help getting involved with. With a bunch of friends I was caught in the issue of a new review called Novalis (apart from the reknown german poet in latin it means a new field to be cultivated). The review was large as almost a tablecloth and could not be folded so that people exiting his shops couldn’t help being noticed. That was an example of his high-way of marketing his ideas. He was polite, generous and elegant … well I didn’t mean to extend about this – here – but rather talk of his products and enterprise!

Dino had a great ambition: he wanted to demonstrate (against all prejudices) that industrial production could beat craftsmanship in quality. The idea was that industrial processes can garantee constant quality on a much larger scale and industrial innovative materials can allow any designer’s dream to come true.

He had made personal experience by producing in limited and larger scales different and very refined decor object designed by masters such as Carlo Scarpa, Kazuhide Takahama, Man Ray, Marcel Breuer and even René Magritte. He also created entire lines of products such as Ultramobile inspired to a sort of ‘metaphysics’ of common-use object or like Paradiso Terrestre, dedicated to the naturalistic phylosophy of the great Goethe! Many of the objects produced by Dino Gavina are now part of the imagination of ‘dwelling as an art’. The catalogue would  span from private households decor, office furniture and from lamps to tables, chairs of wardrobes. Quality was proverbial and design a perfect match between the factory and the ‘bottega artigiana’. His marketing consisted mainly into events and cultural initiatives: his clients (among them top corporations) would buy an idea of beauty sharing it with him along with his enthusiasm and a bit of light, gentle and fresh snobbery. He said he had become an entrepreneur to protect his idea of aesthetics although that role was heavy on his creative spirit.

It is possible that to carry out things in which we believe and make sure they can navigate the world we shall put some strain on our natural inclinations and talent. Ars Longa, Vita Brevis.

image: no symbols this time. Only the extraorinary face of an extraordinary man, cut through by the trait of rural simplicity and iron will. Being with him for just a short time would provoke the spontaneous spring of new ideas and irresistible purpose.